Intervista con Pierluigi Spagnolo per altravita
Pierluigi Spagnolo è l’autore di „I ribelli degli stadi„, un libro sul movimento ultras in Italia, che è stato pubblicato in Italia nel giugno 2017. Da allora si trova in vari elenchi di bestseller delle classifiche di vendita. Con l’autore abbiamo parlato del suo libro che è stato tradotto in tedesco da Kai Tippmann e a breve verrà pubblicato in Germania.
Domanda: Ciao Pierluigi. Potresti fare una breve introduzione, così i nostri lettori sanno con chi hanno a che fare.
Risposta: “Ho 42 anni, sono nato a Bari e vivo e lavoro a Milano dal 2012. Faccio il giornalista e lavoro alla Gazzetta dello Sport, il più importante giornale sportivo italiani, tra i più antichi d’Europa (è stato fondato 123 anni fa). Ho iniziato ad andare allo stadio da bambino, a 7-8 anni, in curva da solo a 12-14. Non ho mai smesso di frequentare la curva della mia squadra, la Nord del Bari. Anche adesso, quando gli impegni di lavoro me lo permettono, seguo la squadra in trasferta (attualmente è in Serie C, dopo il fallimento dell’estate 2018) e in casa, allo stadio San Nicolaâ€.
Domanda: Sei di Bari e ora vivi a Milano. Hai ancora legami con il calcio e con gli ultras a Bari?
Risposta: “Come ti dicevo, appena posso seguo la mia squadra da tifoso, in curva. Negli anni scorsi, con il Bari in Serie B, da Milano ho fatto molte trasferte nel Nord Italia. Conosco ovviamente molto bene la realtà ultras della mia città , i gruppi attuali (Seguaci, Bulldog e Re David, 40+, tra gli altri) e i rispettivi capiâ€.
Domanda: Come è nata l’idea di scrivere un libro sul movimento italiano e perché è diverso da i tanti altri libri sull’argomento?
Risposta: “Alla vigilia del traguardo dei 50 anni del movimento ultras italiano, raggiungo nel 2018 a 50 anni dalla nascita della Fossa dei Leoni del Milan, in assoluto il primo gruppo ultras del nostro calcio, ho pensato che fosse necessario ricostruire un secolo di tifo calcistico e il mezzo secolo del mondo ultras, anche per ristabilire una certa verità storica e sfatare anche i luoghi comuni che quel mondo porta con sé, sempre criminalizzato dal mondo dell’informazione e dall’opinione pubblica, anche oltre le sue reali colpe e responsabilità â€.
Domanda: Il tuo libro sta avendo grande successo, su cosa si basa secondo te?
Risposta: “Forse il mondo ultras italiano, nel quale si riconoscono due generazioni di tifosi e decine di migliaia di persone, aveva davvero bisogno di un libro che lo raccontasse senza i soliti stereotipi. Quel libro viene percepito come un testo onesto, equilibrato, obiettivo, ma scritto con passione da uno che le curve le ha frequentate davvero, che il mondo ultras lo conosce e lo ama con sincerità . Forse il segreto del successo sta in questo aspettoâ€.
Domanda: Quale è l’aneddoto che ti piace di più del libro?
Risposta: “Quello che mi rimarrà sempre nel cuore sono i messaggi dei capi degli anni 80, che da Milano a Genova mi hanno fatto i complimenti per il lavoro realizzato. E i messaggi dei ragazzini di 14-16 anni, che mi hanno scritto: “Non ero mai entrato in una libreria per acquistare un libro per libera sceltaâ€. Se ho avvicinato qualche ragazzino alla lettura e alla conoscenza della storia degli ultras italiani, beh, sono davvero feliceâ€.