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Intervista con la „Schickeria“ del Bayern Monaco, Gazzetta 09.04.2014

Il raduno tra politici e tifosi l’11 aprile a Roma e i risultati della „Task Force“ del „Osservatorio Nazionale sulle Manifestazione Sportive“ su temi come la Tessera del Tifoso o le normative per il Daspo viene accompagnato da una serie di articoli la Gazzetta dello Sport. Nella versione odierna una doppia pagina è dedicata a […]

Il raduno tra politici e tifosi l’11 aprile a Roma e i risultati della „Task Force“ del „Osservatorio Nazionale sulle Manifestazione Sportive“ su temi come la Tessera del Tifoso o le normative per il Daspo viene accompagnato da una serie di articoli la Gazzetta dello Sport. Nella versione odierna una doppia pagina è dedicata a quattro interviste che insieme a Giorgio Specchia ho fatto con tifoserie di quattro campionati europei: Germania, Spagna, Inghilterra e Francia. Siamo lieti di potervi presentare le versioni inedite delle interviste su tematiche come „burocrazia“, „razzismo“ e „libertà del tifo“ qui in esclusiva su DiaVoltaire. Nei prossimi giorni pubblichiamo gli altri tre, come primo gruppo abbiamo scelto le risposte – intere – della „Schickeria“ del Bayern di Monaco:

Come si tifa nelle curve tedesche? Fumogeni, bandiere, tamburi, megafoni, posti in piedi: che cosa è vietato e che cosa è permesso?

La corrente della cultura del tifo, cresciuta dalla metà degli anni novanta e che attualmente sta dominando le curve, utilizza tutte queste cose. Tanti gruppi si ispirano alle curve italiane che hanno conosciuto ed imparato ad amare visitando spesso gli stadi italiani negli anni 90.
Fumogeni e torce sono vietati negli stadi tedeschi, ma fanno comunque parte della cultura del tifo. Negli ultimi anni ci sono stati diversi tentativi, da parte dei tifosi, di aprire un dialogo per una legalizzazione, come in Austria. Purtroppo non è stato possibile. Alcune società vietano bandiere, tamburi e megafoni ai tifosi ospiti,qualora gli stessi abbiano utilizzato dei bengala nella gara precedente. Ma ultimamente i responsabili di tali ricatti si discostano da queste misure, perché hanno realizzato che in questa maniera non ottengono nulla di positivo. Siamo fiduciosi sul fatto che bandieroni, tamburi e megafoni, vengano accettati il prima possibile senza restrizioni e burocrazia eccessiva, perchè sono parte integrante della cultura del tifo. I posti in piedi sono invece già radicati e presenti nella cultura calcistica in Germania.

Rispetto al passato, i ragazzi che frequentano le curve sono numericamente cresciuti o no?

Sta crescendo ovunque il numero di tifosi nelle curve. Come del resto anche il numero di persone che frequenta gli stadi. Per noi questo è merito sia dell‘attratività delle partite che del fascino garantito dal tifo e dalle curve, caratterizzate dai posti in piedi.
Alcune squadre dal passato glorioso, che ora giocano nelle leghe minori, riscontrano un aumento di persone nelle rispettive curve, piuttosto che in altri settori dello stadio. Le curve stanno mantenendo vive queste società.

In Italia c’è la contestatissima Tessera del tifoso. E in Germania… (fatti spiegare eventualmente dove si fa, quanto costa. se è davvero utile o no).

In Germania non esiste niente del genere. Anzi, c’è da aggiungere che l’introduzione della tessera e l’annessa burocrazia, è un pesantissimo ostacolo per i tifosi tedeschi che per interesse o per passione vorebbero assistere a delle partite in Italia.

Esistono limitazioni per le trasferte?

A parte che, come detto sopra, a volte vengono vietati bandiere, tamburi o megafoni ai tifosi ospiti e non alla curva di casa, non esistono restrizioni per chi va in trasferta. È garantito che una determinata percentuale di ogni stadio è dedicata ai tifosi ospiti e che i biglietti per questi settori non possono costare di più rispetto ai settori simili riservati ai tifosi di casa. In ogni stadio esistono settori per stare in piedi riservati agli ospiti. Raramente è stato vietato ai tifosi di andare in trasferta. E‘ accaduto, ad esempio, per la partita St. Pauli – Hansa Rostock. In quell‘occasione i tifosi dell‘Hansa organizzarono una grande manifestazione ad Amburgo, il giorno della partita. Anche le tifoserie di Francoforte e Dresda hanno subito questi divieti. Tuttavia, con la collaborazione dei gruppi rivali delle tifoserie casalinghe, sono riusciti ad ottenere i biglietti e ad assistere in ogni caso alle gare. In tal modo, assodato che queste punizioni non ottenevano il risultato auspicato, dato che i tifosi non restavano a casa, il DFB ha annunciato di abolire la sanzione dei divieti di trasferta. Una vittoria per i tifosi. Una vittoria per il calcio.

Esiste qualcosa di simile al Daspo. E, se esiste, da quale organo (polizia, tribunali…) viene emesso il provvedimento che vieta l’accesso allo stadio?

I Daspo sono un problema importante per le curve tedesche perché non vengono emessi dai tribunali, ma dalle società. Quindi non sono soggette a principi giuridici, ma a norme intricate e controverse. Tali norme prevedono il Daspo, quando esiste il sospetto di un’infrazione. In questo caso la polizia suggerisce un Daspo e la maggior parte delle società poi lo emette. Tuttavia, nel calcio succede spesso che siano dei singoli individui a commettere un reato, finendo però per coinvolgere gruppi interi, con i quali magari viaggiano o condividono il pullman, estendendo il sospetto, e quindi la relativa sanzione, anche su questi ultimi. Nella maggior parte di questi casi, in cui per le colpe di un singolo vengono daspati 40, 50, o anche 100 tifos,i i tribunali si ritrovano a non poter muovere nemmeno un’accusa, per mancanza di indizi. La conseguenza è l’annullamento del Daspo. Purtroppo questo accade solo dopo un anno, che è il termine richiesto per la procedura. Questo finisce con il contraddire la presunzione di innocenza garantita dalla costituzione.

Quanto è presente, oggi, la politica nelle curve tedesche?

Esistono curve apolitiche, mentre altre curve nascondono, dietro l’etichetta di „apolitica“, le loro tendenze destrorse. Esistono curve antirazziste e curve di sinistra. La politica esiste dappertutto nelle curve perché la politica non è nient’altro che espressione delle proprie opinioni e organizzazione per interessi comuni. Non fa differenza se si tratti poi di razzismo o di Daspo.

Il razzismo nelle curve tedesche. Verità o menzogna?

Le curve sono uno specchio ustorio di cambiamenti sociali e rappresentano un fenomeno sociale di massa. Il razzismo latente, presente in Germania, è un problema sociale. In tal senso diventa anche un problema delle curve, anche se per la stragrande maggioranza delle curve tedesche non si può parlare di razzismo esplicito ed evidente.
In casi rarissimi, in alcune curve, attivisti di estrema destra della scena politica si organizzano insieme agli Hooligans – che, nella scia del movimento ultras, stanno rinascendo in tanti posti – , cani sciolti e piccoli gruppi, per guadagnare influenza contro i gruppi antirazzisti. Per il momento sono casi rarissimi, ma non bisogna chiudere gli occhi. Per noi, l’unica via autentica per sradicare il razzismo nelle curve, è l’impegno delle curve stesse. I poltici che inveiscono contro il razzismo nelle curve e al tempo stesso fanno propaganda contro le minoranze, sono soltanto degli ipocriti.

Gli ultras italiani oggi. Un vostro giudizio.

Per noi gli ultras italiani sono sempre stati il grande modello da seguire, fin da quando sono stati fondati i primi gruppi tedeschi. Ora guardiamo con tristezza a quello che è successo al calcio italiano. Burocrazia, repressione, divieti, tessera. Non capiamo perché si cerchi sistematicamente di distruggere le fondamenta di quello che rende il calcio uno sport unico. Tuttavia intravediamo anche l’alba della speranza, perché in alcuni stadi stanno tornando i colori. Non bisogna mollare mai!

Com’è il vostro rapporto con i giornalisti tedeschi?

Diamo una possibilità a chiunque ci si avvicini, con apertura mentale e onestà e che riporti fatti fedeli alla realtà. Non siamo angeli, ma nemmeno demoni. Chi si vuole fare un nome con storie dell’orrore sugli ultras, per aumentare le vendite, può anche andare a farsi fottere senza chiederci nulla. Ma su questo aspetto ogni gruppo tedesco la pensa diversamente e ci sono anche quelli che con la stampa non hanno alcun tipo di rapporto.

Per migliorare il calcio, da spettatori, cosa fareste?

Il calcio è un fenomeno di massa e indubbiamente uno sport meraviglioso. Ma nei maggiori campionati è degenerato. Al centro non ci sono più le persone e il gioco, ma la ricerca della massimizzazione dei profitti.
Il calcio deve ri-orientarsi nella direzione delle persone che vanno allo stadio. E‘ veramente difficile spiegare le tante cose che non funzionano. Bisogna capire che gli stadi sono uno spazio sociale, luogo di aggregazione dove le persone perseguono una loro passione, celebrano la loro comunità e rappresentano i loro colori. Negli stadi si creano identità, si festeggiano trionfi e si piangono sconfitte. In questi luoghi viene sospesa la coazione di adattarsi ad un mondo di vita economizzato ed entra in scena il calcio. Date autonomia alle curve, riducete le repressioni e i divieti e toglieteci la burocrazia. Non ritenete l’indice di ascolto per un derby nel mercato Asiatico, più importante di due curve entusiaste, altrimenti gli stadi perdono ogni significato e diventano posti per chi se li può – e per chi se li vuole – ancora permettere. Il resto se ne sta a casa, davanti alla televisione, finché l’eccesso di offerte calcistiche non lo ammazza definitivamente.

Possibilità di tifare da ultras. Secondo voi, tra Premier. Serie A, Liga e Budesliga, qual è attualmente il modello migliore?

Pur essendo lontani da una situazione idilliaca, crediamo che la Bundesliga ci offra ancora le condizioni migliori. Nonostante le limitazioni espresse sopra, possiamo vivere senza patemi il nostro folklore. I biglietti costano sempre di più, ma i prezzi restano comunque ancora accessibili per i giovani. anche grazie ai posti in piedi. Ma dobbiamo anche dire che stiamo bene finche le società ci possono vendere al pubblico moderno come „quelli che creano atmosfera“. Quando noi ultràs diventiamo scomodi, ci minacciano subito di toglierci i nostri diritti. Ma le conquiste della cultura del tifo in Germania sono ben radicate, e si trova velocemente una larga coalizione disposta a difendere le libertà delle curve.

Ultima domanda in Italia e stata introdotta la discriminazione territoriale e per questo chiudono le curve. Esiste la norma sulla discriminazione territoriale in Germania? In Germania e‘ mai stata chiusa una curva? E per quale motivo?

Il concetto della discriminazione territoriale non si conosce in Germania. A nessuno verrebbe in mente di chiudere una curva perché quelli di Brema o Amburgo vengono chiamati „teste di pesce“, se a Colonia si canta dell’esondazione o qualcuno vorrebbe toglierci i nostri pantaloni di cuoio. Trattasi di folklore. Purtroppo, c’è da aspettarsi che gli apologeti del calcio moderno sterile, scopriranno di avere un problema anche con questo. Alcune curve tedesche sono state comunque chiuse, per altri motivi. A volte la Lega ha punito le curve per l’uso ripetitivo e massiccio di bengala e fumogeni, altre volte è stata una sanzione conseguente a scontri o invasioni di campo. Ma, in generale, le chiusure delle curve sono molto controverse e vengono applicate molto raramente.

5 Antworten auf „Intervista con la „Schickeria“ del Bayern Monaco, Gazzetta 09.04.2014“

Questa intervista bisognerebbe trasmetterla ai piani alti, non solo calcistici, sperando che qualcuno invece di continuare a riempirsi la bocca parlando di modello tedesco cominci a fare qualcosa di concreto per migliorare una situazione ormai insostenibile.

Diciamo che vederla nella Gazzetta è già un bel passo avanti rispetto al solito, spero vivamente che qualcuno si fa un paio di domande. Per esempio: Come mai in Germania hanno stadi sempre pieni e curve colorate allo stesso tempo?