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CSKA Mosca – FC Bayern 0:1

Riceviamo e pubblichiamo il racconto dei tifosi del Bayern a Mosca per la partita a porte chiuse. Alcuni avevano preso volo e albergo il giorno del sorteggio, altri volevano protestare contro le misure „antirazziste“ della UEFA; in tutto c’erano circa una cinquantina di tifosi del Bayern a Mosca. La maggior parte la partita la vedeva […]

            
CSKA Mosca – FC Bayern visto dal grattacielo
CSKA Mosca – FC Bayern visto dal grattacielo

Riceviamo e pubblichiamo il racconto dei tifosi del Bayern a Mosca per la partita a porte chiuse. Alcuni avevano preso volo e albergo il giorno del sorteggio, altri volevano protestare contro le misure „antirazziste“ della UEFA; in tutto c’erano circa una cinquantina di tifosi del Bayern a Mosca. La maggior parte la partita la vedeva da un grattacielo vicino allo stadio che erano riusciti ad „affittare“ per l’occasione, ma qualcuno è persino riuscito ad entrare nello stadio. Ecco direttamente dal loro gruppo principale, la „Schickeria„, il racconto di una trasferta nel „calcio moderno“:


Il racconto di una partita decisamente diversa da tutti gli altri. Di solito nostri racconti nascono sugli spalti e attorno agli stadi. Ma cosa si può scrivere su una partita in cui le tribune rimangono morte, in cui nessuno dalla curva alza la voce, dove puoi sentire quasi ogni parola scambiata tra i giocatori in campo? Nessun problema per un giornalista sportivo, qualcuno in più per noi autori di fanzine. Ma anche la maggior parte della stampa sportiva non vorrà rivivere una partita del genere, perché, come ha sottolineato, un match della massima competizione Europea senza pubblico sembra un incontro di terza categoria.

Ironicamente c’erano esattamente 59+1 i tifosi del Bayern che hanno deciso di non farsi spaventare dalle sanzioni della UEFA. Grazie ad uno particolarmente impavido, al momento dell’atteraggio avevano già la quasi certezza di poter vedere il campo la sera. Scavalcando tutte le barriere linguistiche, sono riusciti a vedere la partita dal grattacielo diventato poi famoso su tutti i media. Tanto di capello per il suo impegno e mille grazie.

Dopo una giornata particolare a Mosca la maggior parte dei tifosi del Bayern si trovava, noi compresi, all’albergo della squadra .Da qui ci siamo infilati nella carovana dietro il pullman della squadra, sperando di poter evitare di incappare nella rete di controlli. Nonostante un autista che si è meritato ogni centesimo della mancia zigzagando nel traffico serale di Mosca (stradine da otto corsie per senso di marcia) in modalità harakiri per stare in scia alla squadra, il suo impegno non ha pagato. Il buon Valery non ha potuto parcheggiare il suo mezzo nelle catacombe dello stadio, ma si è fermato al suo fianco , lasciandoci nel grigiore cupo dell’antistadio.

Quindi siamo rimasti al Khimki , sbarrato purtroppo per tanti dei nostri. C’era un sorprendente viavai di gente per una partita a porte chiuse che necessita di personale per una parte minima delle infrastrutture. Come da aspettarsi c’erano ovviamente ancora biglietti disponibili per gli sponsor e amici della UEFA – il contrario sarebbe stato una sorpresa in questi tempi di calcio moderno e anche noi avevamo già sentito dei 300 biglietti „Champions Club“. Rimanevamo comunque basiti a vedere che quasi tutti questi biglietti andavano a finire nelle mani di persone recatesi allo stadio con sciarpe del CSKA, gente che dunque avrebbe comodamente incitato la squadra del cuore con canti e cori. Bravi, niente evidenzia così bene l’inutilità e le idee strampalate della giustizia sportiva targata UEFA. Inoltre, sarebbe interessante sapere se alla fine non erano molto più di 300 i biglietti distribuiti in quella maniera. Perlomeno era questa la nostra impressione. Ma ancora di più a noi tifosi del Bayern turba la domanda se la società, con un pò di più di coraggio, non avrebbe potuto fornire alcuni biglietti per i suoi tifosi. In merito a tale ipotesi, durante la giornata gli indizi si sono sprecati.

Serve a poco lamentarsi ora: non c’erano biglietti e non c’era un’alternativa valida. Del resto non serve nemmeno girare intorno alle cose: per queste partite ci saranno sempre quelli fortunati e altri che non si sono trovati al posto giusto nel momento giusto, o non hanno avuto le conoscenze giuste e necessarie in quel frangente. Alla fine tra giornalisti, funzionari e più di 300 tifosi del CSKA c’erano anche 8 tifosi della „Schickeria“ ed altri 10 tifosi del Bayern allo stadio.

Quei 18 tifosi allo stadio e l’ azione del grattacielo, da una parte sono state tutte piccole vittorie personali sulla UEFA , la dimostrazione tangibile di come l’amore per una squadra trovi un sacco di scorciatoie per dribblare il regime di sanzioni delle federazioni calcistiche.

Dall’altra parte bisogna ammettere chiaramente che non abbiamo creato tanti grattacapi all’ UEFA perché alla fine ci siamo comportati in maniera da non dare nell’ occhio. Non ci siamo manco alzati per esultare al gol. Nessuno voleva essere accompagnato fuori dallo stadio dalla milizia, dagli steward o da ufficiali del Bayern troppo zelanti. Il tutto aveva ben poco da spartire con una trasferta del tifo organizzato. Poi si potrebbe anche aprire un bel dibattito sulla questione se sia stato meglio provare ad entrare allo stadio, o se non sarebbe stato meglio andare tutti subito al grattacielo per vivere una partita „diversa“ tutti insieme.

Ma al di lá della risposta che ciascuno può dare a se stesso, resta impressionante il modo in cui si siano trovate unite tutte le varie frange della tifoseria. Una cosa positiva da cui dovremmo ripartire..

Prima di tornare in città dopo la partita abbiamo vissuto i primi momenti di tensione, dopo alcune trasferte in Russia assolutamente pacifiche. Già durante la partita c’erano. un centinaio di tifosi del CSKA radunati dietro la curva casalinga a cantare e scambiarsi cori con quelli dentro lo stadio. I nostri amici del grattacielo per tornare sono dovuti passare direttamente sotto la curva di casa, ed i giovani tifosi moscoviti hanno fatto alcuni passi decisi nella loro direzione. Già a livello numerico sarebbe diventata una situazione abbastanza insidiosa, se i russi avessero avuto un pò meno rispetto per la manciata di forze d’ordine presente. Ma alla fine anche questo viaggio a Mosca si è concluso tranquillamente.

Concludo con un sentito grazie va a tutte le persone che hanno cercato di sostenere i nostri tentativi di bypassare il divieto di spettatori. Un sorriso particolarmente malizioso lo spediamo direttamente in Italia a Mr. Altravita e Stefano Olivari. Mille Grazie!

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